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Matilde 04-01 - Così io godo


di Alex46
29.04.2019    |    2.854    |    1 9.2
"Mi appoggio a una sedia con la testa, le ginocchia inguainate sul pavimento, larghe, i tacchi stretti uno all’altro..."
Qualche sera dopo Debra ha le sue mestruazioni. Io invece ho recuperato bene la seratina appena raccontata e sono pronta ad altri eccessi. Michele ci racconta che oggi si è masturbato in ufficio, due volte, la seconda poco prima di tornare a casa: si era rivisto a computer le foto fatte in garage! E così è fuori combattimento anche lui, almeno per ora, perché con lui non si sa mai.
- Vi va se vi faccio un bello spettacolino? – chiedo speranzosa, ma ben decisa a impormi.
- Certo che sì – rispondono quasi assieme.
- Allora, cominciamo con una cosa semplice... adesso mi spoglio completamente.... ora mi sdraio sul pavimento e mi metto così. Secondo voi cosa sto facendo?
- Stai pensando a quando riuscirai a calmarti quell’uzzolo che hai tra le gambe – dice Debra.
- Secondo me stai semplicemente prendendo il sole, magari su una barca a vela, e il calore ti sta eccitando...
- Bravo Michele, hai indovinato! Poi la sera, sempre in barca, mi vesto per cena, in modo un po’ provocatorio. Ci siete voi...
Detto questo mi alzo, afferro dall’armadio una camiciola di seta a strisce vagamente floreali, la indosso. Poi m’infilo anche un paio di calze opache, che trattengo con il reggicalze, ma senza mutandine. Infine i miei ormai supersfruttati sandali neri.
- A questo punto abbiamo cenato, voi non ne volete sapere di fare sesso, l’ho capito, e allora io mi masturbo... così.
Mi appoggio a una sedia con la testa, le ginocchia inguainate sul pavimento, larghe, i tacchi stretti uno all’altro. Con la mano passata dal davanti vado a raggiungermi la parte posteriore della figa e mi sfrego con il dito senza però entrare. Tengo la bocca semiaperta, in espressione di massimo godimento, ma è come se lo facessi da sola, senza che nessuno mi guardi. Allorché mi eccito in maniera decisa, pronta a regalarmi l’orgasmo con una o due ditate, allora comincio a mugolare, apro la bocca ancora di più ed effettivamente mi smollo, nel mio primo orgasmino della serata.
I miei spettatori mi applaudono, ma io ho appena cominciato. Gli regalo ancora un po’ della mia sessualità tutt’altro che spenta stando stravaccata sul pavimento, a gambe semilarghe. Nell’agitarmi, la sedia è caduta a terra. Poi mi alzo e lentamente mi tolgo la camicia, rimanendo in calze e reggicalze.
- La serata per i miei spettatori sulla barca è appena incominciata. Ora mi tirerò un ditalino sul divano, semplice, semplice, proprio di chi ne ha tanta voglia e non può fare altro.
E così mi sdraio, le gambe appoggiate al pavimento, il mio reggicalze che inquadra un bacino favoloso, il bacino di una donna che ha deciso di esibirsi e di godere. Ci vogliono pochi movimenti del mio dito per farmi venire ancora, e questa volta con espressioni vocali più colorite di prima.
Dopo qualche attimo di riposo, mi alzo, vado in bagno e mi do una rinfrescata. Quando torno indosso un vestito nero e i miei sandali azzurri. In mano ho il mio dildo rosso.
- Incomincia il secondo tempo, ragazzi!
Mi siedo ancora sul divano, li guardo un po’ così, sorridendo e a gambe strette. Solo le punte dei piedi sono un po’ staccate fra loro. Mi alzo e mi chino di fronte a loro, abbassando nel contempo il vestito, sì da mostrare generosamente un bel po’ di tette.
- Adesso non ci siete più voi, adesso lo faccio per gente che poi farà sesso con me... capito?
Loro annuiscono, davvero incuriositi.
Mi risiedo, allargo un po’ le gambe, il vestito è tutto giù arrotolato a coprire la figa. Apro la bocca e tiro fuori la lingua, me la punto con il dito.
- Dovete immaginare che io abbia una perlina fissata alla lingua...
Subito dopo mi accarezzo il seno, in modo assai lento e seducente.
Soddisfatta, mi risdraio sul divano sempre di fronte a loro, ma prima mi libero del vestito, che cade a terra. La figa è pienamente esposta. Allorché sono sicura che hanno ben visto come la mia figa sta beatamente respirando, mi accosto di lato al bracciale, rialzo le gambe e mi penetro da lato con il dildo, dando qualche carezzatina al clitoride con l’altra mano. Dopo un po’ mi muovo più decisa, impugnando addirittura lo strumento, a bocca aperta.
- Ora mi sto scopando per l’uomo che ho incontrato questa sera e che ho portato qui in barca. Gli altri staranno a guardare...
Dopo poco non mi va più di parlare, m’inginocchio per terra e appoggio il dildo sul pavimento. M’impalo, per il piacere di tutti. Poi ricambio idea, risalgo sul divano e m’impalo ancora, ma questa volta seduta sul dildo con i piedi per terra.
- Dai Matilde, dai... ora devi venire, per noi...
- No, non mi sto scopando per voi, ve l’ho detto...
- Fallo per chi vuoi, siamo attoniti, ci piaci un casino, sei grande, grande...
E a queste parole d’incitamento smollo l’orgasmo, non potente però. Non si può mai dire, avrei immaginato che poteva essere più forte. Si vede che ne ho voglia ancora, che voglio riprodurre all’esterno la mia sessualità pazzesca, la mia smania di godere di fronte agli altri.
- Siete pronti per il terzo tempo? – chiedo dopo un po’ di quiete e di silenzio, con il dildo ancora in figa.
- Questa sera puoi fare quello che vuoi, anche undici tempi – noi siamo qui ad adorarti.
Allora mi alzo e vado a rivestirmi, per un altro set. Questa volta mi ripresento da ragazzina sbarazzina. I sandali non li ho cambiati, ho indossato un top verde pisello fasciante, quasi schiacciante, un paio di jeans normalissimi e dei bracciali a rete dello stesso colore del top che mi coprono dalla mano a sopra il gomito.
Così mi vedono e so che sto facendo ancora una volta colpo. Così indugio a fare l’indossatrice in mezzo alla stanza, assumendo pose più o meno glamour: mi appoggio con le mani allo schienale del divano, protendendo il culo in fuori, mi abbasso un po’ il top, mi slaccio la cerniera dei jeans per mostrare le mutandine di seta con disegnati dei fiorellini. Mi soffermo a guardarmi la pancia liscia e gli slip, compiaciuta di ciò che sto vedendo.
Infine mi abbasso il top fino a srotolarmelo sul bacino e al di sotto delle gambe e dei piedi. Qui c’è sempre il pericolo, se lo si fa d’in piedi, di cadere goffamente per terra. Mi pinzo leggermente con entrambe le mani capezzoli e dico: - Adesso ascoltate bene, perché lo scenario è cambiato ancora. Ho appena finito una lezione di danza moderna e sono nello spogliatoio. Le mie co-allieve mi guardano. Sono loro le beneficiarie di questa quarta masturbazione. Sono tutte etero, ma ugualmente nessuna si scandalizza e stanno a guardare come gode una vera donna, una che ovviamente è anche un po’ lesbica.
Indosso ho ormai solo i bracciali e i sandali, mi aggiro ancora un po’ per il soggiorno, poi afferro ancora il dildo rosso e me lo infilo da dietro, poi davanti, alla spasmodica ricerca del modo di godere meglio e di esibirmi al meglio, di fronte a tutte queste poverette.
- Immaginate che siamo tutte nello spogliatoio, e i miei gemiti attirano tutte a vedere lo spettacolo indegno che sto offrendo loro.
Appoggio il dildo sulla spalliera del divano, alzo la gamba e mi penetro, le mani vanno dietro la testa, ma è una posizione troppo acrobatica. La tengo per un po’, poi quando ho voglia ancora di godere, mi risdraio sul divano e mi affondo ancora una volta il grosso dildo nella figa. E questa volta non lo tirerò più fuori prima di una bella sborrata.
Ed è così che, per la quarta volta nella serrata, lanciando un urlo selvaggio, vengo come una fontana, infradiciando il dildo vistosamente.
- Aaaahhhhhhhh!
L’urlo è uno solo, ma sufficiente a sconvolgere perfino me stessa che l’ho prodotto.
E questa volta quasi mi assopisco sul divano, nel silenzio esterrefatto dei miei compagni. Poi mi riscuoto e mi riavvio in camera.
- Ne vuoi ancora, Matilde? Ma cos’hai stasera?
Io non rispondo neppure. Esco dopo dieci minuti, così da far gemere d’eccitazione Debra... infatti sono vestita con roba sua.
Un top blu abbastanza castigato, con sostegno sulle spalle, una minigonna jeans un po’ malsdrappata, i sandali neri ed eleganti di Debra che sapevo andarmi perfettamente. Sono davvero uno schianto. Non sembro lei, ma il solo pensiero che io indossi per lo spettacolo i suoi vestiti, sono sicura che la eccita oltremodo. Questa è stata proprio una buona idea.
Mi aggiro per la stanza come prima, non come un’indossatrice, ma assumendo una dietro l’altra pose glamour, tra cui quella classica di me in piedi, leggermente ripiegata sul davanti, con le mani sulle gonna, quasi a voler coprire le cosce, senza rendersi conto che così scopro il culo, da cui a questo punto Debra intravede che anche il nero tanga che indosso è suo!
Abbasso un po’ la minigonna, mi siedo sul divano, accavallo le gambe, mi scopro un pochino i seni stiracchiando il top. Tutto si conclude poi con lo spogliarello necessario: mi tolgo la minigonna con gesti lenti e sexy, poi il top me lo srotolo anche lui verso il basso.
Godo a chinarmi davanti a loro per fargli vedere il culo e la sottile striscia di stoffa, mi eccito a inginocchiarmi ancora sul divano. Se prima sorridevo, adesso sono più eccitata e voglio godere, sì, è incredibile, ma voglio godere ancora. Mi chiedessero se ora voglio fare l’amore con loro, risponderei di no, almeno non subito.
- Lo sapete che non ho voglia di fare l’amore con voi? Ho voglia solo di giocare con me stessa fino all’ultimo spasimo di cui sarò capace. Debra, per favore, vammi a prendere le palline cinesi, quelle che non usiamo mai... e anche il mio vibratore...
Debra me li porta, le palline già insalivate un po’ da lei stessa, me le porge. Mi appoggia il vibratore diritto sul pavimento. Io sono seduta sul divano, a gambe vicine. Ma è un attimo riaprirle.
- Ora me ne metto dentro una... adesso la seconda... lasciatemi giocherellare così. È più piacevole del solito, forse perché mi state guardando... Tra poco godrò ancora, ma non con queste palline del cazzo... Ora m’infilo ancora il mio preziosissimo dildo e vi farò vedere quanto sono cagna. Questa è l’ultima ed è per voi, brutti froci, schifosi bastardi che questa sera volevate che io stessi a bocca asciutta. Avete visto che bocca asciutta? Vi è bastato vedere la porca che avete in casa?
E dicendo queste cose oscene mi estraggo l’ultima pallina, mi massaggio un po’ la figa con amore, come volessi ungerla, anche se è fradicia ancora dagli orgasmi precedenti. C’è un odore di sesso nella stanza che fa paura anche a me.
Umetto di saliva il vibratore, poi vado dietro al divano, mi lascio andare su di lui all’indietro come fa un sub con le bombole, fino a che appoggio la testa oltre l’orlo della seduta del divano. Le gambe sono oscene, larghe e alte, i tacchi penzoloni oltre la spalliera. È il momento di accenderlo e di infilarselo. Il ronzio riempie il silenzio della stanza. Io sto ferma, non tocco il vibratore, l’ho solo lasciato lì, per tre quarti dentro e puntato verso l’alto.
Dopo qualche minuto appare chiaro cosa voglio: voglio venire senza toccarmi, solo con la vibrazione e con la sensazione erotica dello spettacolo osceno che sto offrendo ai miei due compagni. Che ora si sono alzati e sono venuti vicino a me, a guardare da vicino l’oggetto che miracolosamente riuscirà a regalarmi il quinto sballo della serata.
Io sto ferma, le mani appena appoggiate al ventre. Li guardo entrambi, poi mi guardo ancora la figa, poi ancora loro: e aspetto: diligente, paziente, rilassata. Prima o poi verrà, e sarà dolcissimo. Riesco perfino a sorridere, nell’attesa.
- Vi ricordate di pensarmi con la perlina sulla lingua?
- Davvero non vuoi un po’ di cazzo dopo tutto questo? Io sarei pronto – accenna Michele.
- No, grazie. Rimandiamo. Dopo di questo sarò sfinita.
- E io come faccio?
- Perché non ti tiri una sega qui, sopra di me? Non sarebbe bello? Mi ecciterebbe, farei prima a venire....
Michele non se lo fa ripetere. In un attimo è nudo e si sta violentemente masturbando, in piedi con il cazzo puntato verso il mio vibratore.
Debra riesce solo a dire: - Oh, dio!
La sega di Michele è davvero portentosa. Doveva averne una voglia incredibile, devo avere risvegliato il suo toro infuriato. Non dice una parola ma si sbatte forte.
Io l’osservo, poi quietamente dico: - Michele, sei pronto? Io ci sono quasi... nessuno mi sta toccando, sono sola e sto immaginando che Michele si masturbi sopra di me... a questo pensiero vengo ancora, sì, vengo, questi sono gli ultimi scampoli per questa sera.... ahh, sìììì, dio che dolce che è, questo cazzetto è magnifico... dai amore, sborrami sulla figa, anche sul vibratore, forza, sìììì, cosììììì, ahhhhh!
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